Si parla molto della capacità di attrarre investimenti di imprese estere in Italia. Ad ogni latitudine, il processo di internazionalizzazione per le imprese è mediamente costoso e di difficile attuazione, anche se i vantaggi ad investire in paesi dove vengono garantiti un contesto normativo e fiscale favorevoli sono fattori che spingono le aziende ad intraprendere iniziative oltre i confini tradizionali. I mercati si evolvono e cambiano molto velocemente, giacché bisogna essere in grado di sfruttare le opportunità che si presentano, come nel caso del “Patent Box”, che consiste in una riduzione del peso fiscale molto vantaggiosa per le aziende.
Il legislatore, per cercare di sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo e rendere il mercato nazionale maggiormente attrattivo, ha quindi nel 2015 il Patent Box.
Tale normativa prevede un regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi d’impresa derivanti dall’utilizzo dei beni immateriali tutelati dalla proprietà intellettuale. Per prima cosa bisogna inquadrare, grazie anche all’aiuto del legislatore, cosa si intende con il termine “beni immateriali”. Infatti la normativa fa riferimento a tutti i diritti di proprietà intellettuale come brevetti per invenzione, marchi registrati (quindi anche i marchi commerciali), disegni, modelli di utilità, opere originali (copyright) e know-how.
La definizione dei beni immateriali rilevanti per il Patent Box è fondamentale. Infatti per evitare di cadere in errori di interpretazione la legge di Stabilità del 2016 ha specificato anche il concetto di beni immateriali complementari. In particolare, viene stabilito che una molteplicità di beni immateriali complementari possono essere considerati come un unico bene immateriale, potendo quindi considerarsi come bene unico un insieme di beni misti composti, come, ad esempio, marchi e brevetti.
Dopo questa piccola introduzione, entriamo più concretamente nel Patent Box andando a definire quali soggetti possono beneficiarne.
Per una azienda, il requisito necessario per poter beneficiare del Patent Box è quello di svolgere attività di ricerca e sviluppo (R&S). I soggetti che possono avvantaggiarsi di questa opzione sono le società di capitali e enti commerciali, società di persone e gli imprenditori individuali, ovvero tutti i titolari di reddito di impresa a prescindere dalla forma giuridica, dalla dimensione e dal regime contabile adottato.
Per quanto riguarda i soggetti esteri, possono optare per il Patent box le società e gli enti di ogni tipo compresi i trust, con o senza personalità giuridica, che non siano residenti nel territorio dello Stato ma che abbiano in Italia una stabile organizzazione alla quale siano attribuibili i beni immateriali. I soggetti esteri possono esercitare l’opzione a condizione che siano residenti in Paesi con i quali è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e con i quali sia in vigore lo scambio di informazioni.
Sono invece escluse dalla agevolazione le società semplici (perché non possono esercitare l’attività commerciale) e i soggetti sottoposti a procedure fallimentari, liquidazione coatta e amministrazione straordinaria.
Definito l’ambito dei potenziali beneficiari, entriamo nel merito dell’agevolazione. La norma prevede una variazione in diminuzione della base imponibile su cui applicare la tassazione. Sono rilevanti ai fini del calcolo della variazione i redditi derivanti dall’utilizzo di opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi d’impresa, disegni e modelli, know how. Tutti i beni Immateriali agevolabili non sono solo quelli tutelati in Italia ma anche tutelati in un qualsiasi altro paese estero (art. 6 del DM).
Cerchiamo ora di quantificare il beneficio che il Patent Box riserva alle imprese. L’agevolazione si applicherà gradualmente, nel 2016 è del 40% mentre dal 2017 sarà prevista l’esclusione dalla tassazione del 50% della c.d. “Quota di reddito agevolabile”, ovvero la quota di reddito derivante dallo sfruttamento commerciale dei beni immateriali. Ai fini del calcolo, sarà necessario individuare i costi ed i ricavi connessi alla immobilizzazione immateriale, dividendoli tra “costi qualificati” e “costi complessivi”.
Riassumiamo nella tabella sottostante le più importanti novità introdotte dal Patent Box:
PATENT BOX |
|
Soggetti interessati | Imprenditori individuali; società di persone; società di capitali e enti commerciali; stabili organizzazioni di soggetti non residenti (se residenti in white list). |
Oggetto dell’agevolazione | Redditi derivanti dall’utilizzo di opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi d’impresa, disegni e modelli, know how, etc. |
Condizione | Sostenimento di spese per ricerca e sviluppo (R&S). |
Accesso | Per opzione da esercitarsi entro l’anno solare. |
Percentuale di esclusione dalla tassazione | 2016 pari al 40%, dal 2017 e per gli anni successivi il 50% |
Durata dell’opzione | 5 anni irrevocabile e rinnovabile |
Se la tua impresa sostiene costi di ricerca e sviluppo, cogli questa opportunità di conseguire una importante riduzione della tassazione. Il nostro studio è in grado di fornirti tutto il supporto contabile e fiscale per quantificare l’ammontare del beneficio ed esercitare l’opzione per l’adesione al regime del Patent Box.
Contattaci per un incontro informativo gratuito, siamo a completa disposizione per affiancare le imprese a cogliere le opportunità di risparmio fiscale. Affidati ad uno studio multidisciplinare di avvocati e commercialisti. Azzini Zagni | Avvocati e Commercialisti, siamo sempre al fianco degli imprenditori.